Massimiliano Caiazzo, amatissimo Carmine della serie “Mare fuori”, arriva al Festival di Giffoni.
Sul palco della Sala Truffaut riceve il Giffoni Award di fronte ad una platea in visibilio per uno dei personaggi preferiti della serie che sta appassionando i ragazzi di ogni età.
Un personaggio che però non rivedremo nella quinta serie. In mare fuori 5 Carmine non ci sarà. Il rischio di rimanere ancorato al personaggio era troppo forte.
Anche se, in molte cose Massimiliano differisce da Carmine: “I personaggi sono molto spesso il sogno di noi stessi. E Carmine è molto più coraggioso di me nelle scelte che fa. Ed è molto meno permaloso di me. Un personaggio per quanto possa essere importante in una storia, non sempre è la storia. Nel caso di Carmine, sicuramente c’è stato un arco nel quale l’esigenza narrativa l’ha portato ad abbracciare il suo sogno”.
Realizzato il sogno, è giusto che Carmine esca di scena come d’altronde accadrà nella prossima stagione. In cui Carmine non ci sarà.
“Ci sono state alcune scene – spiega Massimiliano– quella dell’ospedale o quella della spiaggia, per le quali ho pianto già leggendo la sceneggiatura perché era viva già in scrittura la sua voglia di speranza, una irrefrenabile positività nonostante il contesto da cui proveniva. Sono partito da lì e nel tempo ho cercato di non appiattirlo mai questo personaggio”.
All’inizio della seconda stagione il cast di Mare Fuori ha fatto visita al carcere di Nisida: “Si percepiva – racconta Caiazzo – la differenza nell’aria che respiravi oltrepassato il cancello. Vedevi questi occhi dolci che delle volte si perdevano e questa sensazione è stata la cosa che ho tenuto di più a portare nell’interpretazione di Carmine”.
Il rapporto con la popolarità, come si gestisce?
All’inizio ho avuto bisogno di un supporto psicologico perché normalmente amavo ritagliarmi il mio spazio di libertà. Oggi continuo a farlo.
Cammino per le strade di Roma, ascolto musica, ballo. Poi ho iniziato a provare gratitudine per tutto questo e ne avverto anche la responsabilità. Sono consapevole che tutto questo potrebbe anche finire da un momento all’altro”.
Ci sono i progetti futuri – la serie Disney+ Uonderboys e Storia della mia famiglia, serie Netflix – e c’è l’impegno sociale che da sempre Caiazzo porta avanti con passione: “Non mi ritengo un attivista – spiega – l mio impegno sociale è figlio di un’esigenza creativa che si fa viva quando ci sono messaggi da veicolare”.
Body shaming, violenza contro le donne, sicurezza digitale, sono tutte questioni che Caiazzo affronta sotto la lente della sua sensibilità, un dato da cui non prescinde: “Sensibilità – spiega – è la parola chiave. Se scelgo certi temi è perché dal punto di vista empatico me li sento addosso”. Fino al rapporto con i social, che Caiazzo definisce controverso: “A volte – confessa – ne sono totalmente risucchiato. In un certo periodo ho cancellato Tiktok perché mi rendevo conto che mi rendeva meno costruttivo. I social hanno dei contro, ma non li demonizzo, non possiamo ignorare il fatto che esistono. Bisogna capire il modo migliore per utilizzarli”.
Termina dicendo: “Vorrei portare in scena qualcosa scritta da me. Credo che sia arrivato il momento per farlo”.
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